[riceviamo e pubblichiamo da Ufficio Stampa Diocesi di Gubbio]

È arrivata in piazza Grande, a Gubbio, per la festa della Traslazione 2024, accolta dal suono del Campanone, da numerosi fedeli e cittadini, dai rappresentanti delle famiglie ceraiole, dell’Università dei Muratori e del Maggio Eugubino, dal vescovo Luciano Paolucci Bedini e dal sindaco Vittorio Fiorucci. Si tratta della mitria detta “di sant’Ubaldo”, che si trova nella basilica di San Pietro in Vincoli a Roma ed è custodita dall’Ordine dei Canonici regolari lateranensi (Crl) in una teca dorata con piedi leonini e crocetta apicale di bella fattura. Nella chiesa capitolina è conservato anche il famosissimo Mosè di Michelangelo, e vi si trovano molte altre pregevoli opere d’arte e oggetti sacri, che parlano di Gubbio. È proprio presso la sede della Curia generalizia dei Canonici regolari e del suo ricco archivio storico che ieri ha prelevato la reliquia una delegazione eugubina guidata dal vicario generale don Mirko Orsini e dal rettore della basilica di Sant’Ubaldo, don Giuseppe Ganassin.

L’accoglienza della città e del sindaco Fiorucci

“Un oggetto prezioso che torna in città – ha detto il sindaco Fiorucci accogliendola sulla scalea di palazzo dei Consoli – a dimostrazione e testimonianza della fede e della devozione degli eugubini per il patrono sant’Ubaldo. Lo dimostra anche una occasione importante come questa di oggi”.

 

Dopo il saluto del primo cittadino, la mitria ubaldiana è stata accompagnata in processione dagli eugubini fino alla cattedrale dei Santi Mariano e Giacomo, accolta da preghiere, canti e da una benedizione del vescovo Luciano.

Il saluto e la preghiera del vescovo Luciano

“È davvero un grande onore e un dono prezioso quello che oggi accogliamo nella nostra città”, ha detto mons. Paolucci Bedini ringraziando la congregazione dei Canonici regolari lateranensi che custodisce la reliquia a Roma. “L’abbiamo chiesta in prestito – continua il Vescovo della Chiesa eugubina – perché potesse essere motivo di maggiore conoscenza della storia del nostro santo patrono e anche di crescita della nostra devozione in questi giorni che ci preparano alla festa della Traslazione. La prima tappa della nostra reliquia è stata in piazza Grande, perché sant’Ubaldo è il patrono di questa città, tutti lo amano, per lui si corre la meravigliosa festa dei Ceri. E allora era importante che questo segno arrivasse a tutti e fosse accolto nella platea magna, che è la casa di tutti. E poi l’arrivo qui in cattedrale, non era questa ai tempi di Ubaldo, ma nella cattedrale di allora, al momento della morte, il corpo del Vescovo fu custodito per un tempo abbastanza lungo perché tutti gli eugubini potessero rendergli omaggio”.

Le iniziative in programma per la Traslazione

Stasera e domani, lunedì 9 settembre, alle ore 21, sarà sempre la Cattedrale a ospitare due momenti di riflessione: uno sul tema “Il ministero del Vescovo nella Chiesa locale” e l’altro su “Le reliquie nella vita di fede”.

 

Martedì 10, di nuovo alle ore 21 della sera, la mitria ubaldiana sarà portata in processione alla vigilia della Traslazione, con partenza dalla Cattedrale, salita lungo gli “stradoni” del monte Ingino e arrivo nella basilica dedicata al Santo.

 

Nella festa della Traslazione di sant’Ubaldo, una delle tre date che ogni anno legano la comunità eugubina al suo vescovo e patrono (insieme alla memoria liturgica del 16 maggio e alla canonizzazione del 5 marzo), mercoledì 11 settembre, sono previste celebrazioni liturgiche ogni ora, dalle 7 alle 11 del mattino, e poi nel pomeriggio la messa presieduta dal vescovo Luciano Paolucci Bedini alle ore 17.

 

https://youtu.be/p4lOpLODFyg

La mitria e i Canonici regolari lateranensi

I Canonici regolari lateranensi a Gubbio costruirono l’abbazia di San Secondo, l’eremo di Sant’Ambrogio e si occuparono a lungo della basilica di Sant’Ubaldo, che dal gennaio 2020 è tornata sotto la loro custodia.

 

La preziosa mitria custodita a San Pietro in Vincoli a Roma è realizzata in seta e filo d’oro, ed è ornata dalle figure di due angeli e sei santi in formelle con cornice quadrilobata mistilinea, cioè formata da segmenti rettilinei e archi di curva. Le figure sono molto interessanti per il gusto e la tecnica di realizzazione. La mitria è stata oggetto di studio fin dal 1993 da parte degli esperti della Soprintendenza per i beni storici e artistici del Lazio e risulta databile al XV secolo proprio attraverso un’analisi stilistica delle figure.

 

“Di sicuro – spiega Filippo Paciotti, archivista diocesano e dei Canonici regolari lateranensi -, sarebbero necessari un approfondimento e un’analisi più accurata dei documenti in possesso negli archivi di San Secondo e di San Pietro in Vincoli per ricostruire la vicenda che ha portato questo straordinario bene artistico a raggiungere la Curia generalizia dei Canonici regolari lateranensi a Roma”.